Urbanistica
Gli spazi e il territorio
Lo squilibrio tra il “centro” e le periferie ci dice quanto sia sbagliato il modello di sviluppo perseguito in tutta Italia negli ultimi decenni, che ritroviamo nel modo in cui i livelli provinciali e regionali delle istituzioni hanno pensato alla piana fiorentina. Cedere al ricatto tra assenza di risorse pubbliche e rischio di abbandono del territorio (o di licenziamenti) è una condanna della politica all’impotenza. Per questo ogni ente locale deve fondarsi sulla partecipazione diretta della cittadinanza, riconoscendo centralità al consiglio comunale e favorendo la presenza di partiti politici, associazioni, organizzazioni sociali, comitati: le dimensioni collettive sono quelle che possono permetterci di continuare a lottare per un futuro migliore dei tempi che viviamo.
Stadio Torrini
La scelta di sostituire il manto in erba naturale con quello in erba sintetica è significativa di una scarsa consapevolezza di quanto i cambiamenti climatici siano centrali nell’agenda che la politica e le istituzioni devono porsi.
Il Comune di Sesto Fiorentino ha sbagliato ad assecondare un’operazione costruita esclusivamente su basi di logiche finanziarie, legate alla massimizzazione dei risparmi su breve periodo, ignorando problemi più rilevanti ma di ordine pubblico (mentre la parte privata può ritenere più conveniente scegliere logiche dannose per il pianeta).
Chi volesse pensare che c’è una parte della politica “contraria” all’impegno della Sestese Calcio sceglie la via della bassa polemica e della propaganda di scarso livello.
C’è però un livello di esposizione della parte pubblica che non corrisponde a garanzie fondamentali per l’ambiente, dando per scontato una vecchia lettura delle dinamiche sociali: non temiamo la non popolarità di una posizione che deve imporci di tenere conto della complessità degli elementi da utilizzare quando si fanno scelte di governo, rilevanti tanto sul piano economico quanto su quello ambientale.
Variante Ginori
Limitarsi a costruire spazi a fine abitativo e per la grande distribuzione finisce per impoverire il territorio: a poco serve aprire un museo, se attorno non ci sono adeguate proposte per vivere il territorio.
Deve essere apprezzata la svolta di salvare i livelli occupazionali della Ginori, però bisogna interrogarsi su come sia stato possibile mettere da parte il confronto in consiglio comunale tra le diverse parti, per evitare ogni giusto equilibrio tra le esigenze del mercato, per garantire la continuità del lavoro, e un impegno a favore di un diverso modo di proporre la cultura e la partecipazione fuori dalle logiche del profitto.